lunedì 23 luglio 2012

KeenAct: i video-tutorial

C’è un nostro amico, un mezzo-geek invasato con i videogame ed altre robe “made in Jappo/Korea”, che qualche anno fa subì una sconfitta dalla propria ragazza: leì risolse il cubo di Rubik, davanti ai suoi occhi, in circa 5 minuti. Puoi a malapena immaginare il disagio del nostro uomo, afflitto e piegato dalla mente della sua donna, totalmente estranea ad ogni forma di algoritmo complesso.
Proprio qui inizia la sua storia, da una forte motivazione a imparare e primeggiare in qualcosa che lui, come pochi altri, sa fare e/o vorrebbe fare.

Ti proiettiamo nella scena, tanto divertente quanto ricca di significato.
Dan (così si chiama) decide di andare al centro commerciale e comprare un bel Rubik’s Cube, in modo da iniziare l’allenamento il più presto possibile. Una volta a casa si piazza davanti al pc e, scartato il nuovo giocattolino, aggredisce YouTube in cerca di qualche video tutorial per poter velocizzare al massimo la sua rivincita. Già dai primi risultati gli è chiara la base dell’algoritmo risolutore: trik, trak, gira di qua e di là... il fomento è ai massimi livelli. Ad un tratto, oltre a non riuscire a pareggiare i tempi dei suoi maestri virtuali, si accorge che mancano degli step importanti: ok la croce, ok prima faccia e poi al secondo strato si blocca. Niente panico, c’è papà Google: “cubo di rubik metodo a strati”... TATAAAAAN! Dan scopre, sfogliando i risultati della ricerca, che esistono più metodi per risolvere il rompicapo e, sorpresa delle sorprese, la soluzione appena intrapresa (la stessa utilizzata dalla sua ragazza)  è quella più lenta. Scavando più a fondo, tra i forum più nerd dell’ambiente, dopo qualche ora Dan impara il significato della parola “speedcubing” (disciplina sportiva in cui si gareggia risolvendo il cubo di Rubik nel minor tempo possibile, ndr), la teoria sottostante il metodo Petrus e l’applicazione di base del metodo Fridrich (quest’ultimo è il metodo più veloce e anche il più impegnativo, ndr)... insomma, inizia ad assumere quella forma da vero nerd-nosferatu assetato di potere e con la vittoria in pugno. A questo punto, a Dan non manca altro che un bel video dimostrativo e, dopo un numero non ben definito di video mediocri e/o poco chiari, finalmente trova il tutorial assoluto. Non resta altro che fare pratica...
Ti anticipiamo che, in meno di 3 giorni, Dan ha imparato a risolvere il cubo in solo 2 minuti e nella settimana successiva il suo record si aggirava intorno ai 40 secondi.
DUNQUE. (Ci farete l’abitudine...)
Sappiamo tutti che YouTube è una fonte interminabile di video tutorial e funziona! Tutti attingiamo perle di insegnamento da elementi simil- FreakBoy87, B-nazgul2001 o Fr4nc3sc4. L’aspetto cruciale del discorso è semplice: che qualità possiamo aspettarci?
Ci sembra evidente che un’ambiente come quello, nella fattispecie, di YouTube è un ambiente molto dispersivo, possiamo trovarci di tutto: clip audio e/o video, video home made di ogni genere, materiale cosiddetto “for fun” di amici di amici di amici, tralier, convegni, bla bla bla E ANCHE VIDEO TUTORIAL. Lo stesso discorso è quasi completamente applicabile anche a Vimeo o, ad esempio, a DailyMotion.
Pensa di avere a disposizione una piattaforma su cui cercare e caricare proprio QUEL tipo di media. Gli utenti di KeenAct che imparano possono essere gli stessi utenti che insegnano. Pensa, ad esempio, se Dan avesse avuto la possibilità di usare KeenAct. Magari il campione del mondo di speedcubing Feliks Zemdegs avrebbe avuto il suo canale dedicato e Dan avrebbe potuto ottenere tutto ciò di cui avrebbe avuto bisogno proprio da Mr.Zemdegs in persona. Non sarebbe fantastico? Ogni passione, spesso e volentieri, si traduce in competenza. Ogni competenza è ORO per i navigatori della rete che CERCANO.
Creare nel web un’oasi in cui tutti quelli che sanno fare qualcosa, possano diventare maestri per altri. Questo è il nostro sogno. Condividere la conoscenza in modo intelligente, in modo efficace e divertente... è questo ciò che vogliamo ed è per questo che KeenAct lo saprà fare.

martedì 17 luglio 2012

Le 5 vie dell'e-learning...



... secondo KeenAct.

L'E-learning ha nella sua struttura chiusa forse la più grande pecca. Al tempo stesso, reti sociali e strumenti web 2.0 hanno invece le potenzialità forse ancora poco sfruttate di garantire all'E-learning la riuscita che merita. Ecco una lista delle 5 caratteristiche che un sistema di E-learning dovrebbe avere per essere davvero completo.

Globalità
Un sistema e-learning deve essere accessibile da qualsiasi persona dotata di una connessione a internet.

Scambio
I rapporti all'interno di un sistema e-learning devono essere democratici e intercambiabili. Tutti devono poter condividere i propri file con tutti. Indipendentemente da se si è professori o studenti.

Stimoli
L'e-learning non dev'essere soltanto un' alternativa o una sperimentazione di un modello di studio differente da quello standard. L'e-learning dev'essere un esperienza importante che garantisca molto di più della semplice "ricerca online" a chiunque abbia degli interessi da sviluppare.

Competizione
Sembrerà strano, ma la competizione, quando è sana ed equilibrata, fa la stessa parte che fanno le spezie in ambito culinario: aggiunge quel pizzico di sapore e intensità a qualcosa.

Interattività
L'e-learning è sinonimo di studio e comprensione in modo attivo. Lo studente non deve limitarsi più ad assorbire come una spugna passivamente, ma diventa il fulcro principale del proprio apprendimento, controllando e gestendo in via completamente autonoma i contenuti e la fruizione di essi. Ovviamente, sempre con l'aiuto di qualcuno con più esperienza.

Social Media & E-learning



Le statistiche e le ricerche parlano chiaro: l’avvento dei social network cambia(in positivo) l’approccio dell’elearning. Lo dice anche il CCR(Centro Comune di Ricerca).

Di numeri e percentuali sull’utilizzo odierno (e giornaliero) dei Social Network nei paesi ad alto e medio sviluppo economico ne abbiamo letti fino alla nausea. E se oggi cercassimo qualcuno che non utilizza almeno un Social Network tra Facebook, Twitter, Linkedin e Google Plus, dovremmo fare affidamento a tanta fortuna e una rete di conoscenze incredibili. I Social Media stanno diventando l’opportunità vera e propia per estendere, ampliare, e soprattutto migliorare le possibilità dell’e-learning in Europa e nel mondo. 
Lo dicono anche le ricerche dell’IPTS, uno dei sette centri di ricerca appartenenti al CCR, centro di ricerca che fornisce stabilmente supporto tecnico e scientifico alla progettazione e al controllo delle politiche dell’Unione Europea:

To sum up, both research lines point to the fact that social media can lead to innovations in four different dimensions. Firstly, social media allow learners to access a vast variety of (often freely available) learning content, which supports learning and professional development in a lifelong learning continuum; contributes to equity and inclusion and puts pressure on Education and Training institutions to improve the quality and availability of their learning material. Secondly, social media allow users to create digital content themselves and publish it online, giving rise to a huge resource of user-generated content from which learners and teachers can mutually benefit, also encouraging more active and pro-active approaches to learning. Thirdly, social media connect learners with one another, and to experts and teachers, allowing them to tap into the tacit knowledge of their peers and have access to highly specific and targeted knowledge in a given field of interest. Fourthly, social media support collaboration between learners and teachers on a given project or a joint topic of interest, pooling resources and gathering the expertise and potential of a group of people committed to a common objective. These four dimensions (content, creation, connecting and collaboration) have been labelled as the four C's of Learning 2.0 in IPTS research.
Come scritto nella pubblicazione, l'uso dei social media porta a una serie di innovazioni dal punto di vista dell'apprendimento che possono essere spiegate e classificate in quattro situazioni diverse:

  • Danno la possibilità agli utenti di accedere a una larga varietà di contenuti, quasi sempre gratuiti.
    Questo contribuisce e aiuta la meritocrazia nel mondo professionale e mette in un certo senso le istituzioni nella posizione di aggiornare più spesso e migliorare il loro materiale e la loro programmazione didattica.
  • I S.M. permettono agli utenti di creare contenuti da cui tutti possono beneficiare. Questi contenuti (user generated content) sono online ventiquattro ore su ventiquattro e incoraggiano gli altri a pubblicarne di altri dando luogo a un approccio più attivo all'apprendimento.
  • I S.M. collegano una persona a un'altra, e poi a esperti, a insegnanti, connettendoli in modo biunivoco grazie alla profilazione dei loro interessi e delle loro capacità.
  • I S.M. permettono la collaborazione tra studenti e insegnanti legandoli a un determinato argomento di interesse concentrando quindi le risorse di più persone verso un obiettivo unico.
Grazie a queste caratteristiche dette "le quattro C" dell'apprendimento 2.0  (content, creation, connecting, collaboration), l'e-learning  può contribuire all'apprendimento in modo sostanziale. Nel concreto: 


  • Aumentando l'accessibilità da parte di tutti ai contenuti
  • Garantendo forme sempre nuove di scambio di materiale e organizzazione del materiale
  • Garantendo la produzione di contenuti di qualità estremamente alta e dinamici, modificabili e migliorabili da chiunque
  • Dando al learning una multimedialità mai vista
  • Supportando l'apprendimento del singolo accontentandone le preferenze e i bisogni
  • Dando a insegnanti e studenti una serie di strumenti versatili che superano le barriere dell'apprendimento convenzionale
Tutto ciò porta a ridefinire in modo sostanziale le figure dell'insegnante e dello studente (chi insegna e chi impara): gli insegnanti diventano moderatori, coordinatori, designer, mentori, piuttosto che letterati o istruttori, mentre gli studenti iniziano ad essere responsabili del loro stesso processo di apprendimento e si supportano a vicenda creando anche contenuti. L'organizzazione dell'educazione e dell'apprendimento quindi diventa più flessibile e dinamica. Le istituzioni diventano, quindi, più critiche e in grado di valutare in modo migliore e oggettivo le proprie lacune organizzative e strutturali e rimediare con più velocità rimanendo sempre al passo con i tempi.
Il learning 2.0 porta delle incredibili opportunità anche rispetto a quattro sfide maggiori che la Commissione Europea si è imposta:

Accrescere l'innovazione e la creatività:
I social media permettono agli utenti di provare nuove forme di apprendimento interattivo, creano nuove forme di espressione creativa, e danno la possibilità agli insegnanti di sperimentare con nuovi metodi alternativi l'espressione delle loro idee e conoscenze.

Migliorare la qualità e la quantità di stimoli:
La grande quantità di tool offerti dai social media danno agli studenti una marea di canali diversi da cui trarre spunti. Questo porta, a lungo andare, una qualità dell'apprendimento sempre superiore che può sviluppare conoscenze e competenze sempre maggiori in uno o più determinati campi di studio.

Abbattere le barriere dell'apprendimento:
Le reti sociali online diventano uno strumento potentissimo per insegnanti e studenti che possono quindi studiare, insegnare, scambiare contenuti da qualsiasi posto con chiunque nel mondo intero.

Promuovere l'uguaglianza e l'integrazione sociale/civile:
I social media permettono alla cultura di abbattere una marea di barriere. Tutti, nel mondo del web, sono uguali e tutti hanno le stesse possibilità: di imparare o di condividere qualcosa. La cultura riesce a raggiungere tutti.

Vedremo, soltanto con il tempo, quante barriere riuscirà ad abbattare l'e-learning grazie ai nuovi media. Ad oggi, senza ombra di dubbio, le possibilità sono infinite.


KeenAct: fare ricerca online



Un mattino ti svegli e parte il promemoria dallo smartphone: “Fare ricerca – L’epitopo in biochimica applicata”. A questo punto, dopo 2-3 biscotti e un bel caffelatte, accendi il computer e ti rivolgi subito a papà Google. Scrivi “epitopo biochimica” e inizi a sfogliare dal primo risultato. Ottimo! Questo sembra un articolo di una studentessa universitaria, lo salvi sul desktop anche se è un pò scarno, ma può sempre tornare utile. I risultati successivi sono legati a Wikipedia, non male. Vai a vedere e apri come schede i 3 link proposti da Gugòl: epitopo-wiki, antigene-wiki e immunochimica-wiki. Bene, apri un documento di testo ed estrai le definizioni, gli argomenti correlati, per sicurezza dai anche un’occhiata alle fonti e ti segni qualche link utile. Dunque ora cosa fai? Ah certo! Google Scholar! Imposti l’anno di ricerca, i vari autori che vedi sui libri di testo e fai una ricerca a tappeto selezionando articolo per articolo a seconda della pertinenza: quello lo salvi, l’altro no perché non sembra proprio pertinente. Ora che hai accumulato abbastanza materiale puoi mescolare il tutto e scriverci un bel saggio. Controlli i link sul documento di testo, i vari copia e incolla, i file salvati sul desktop ed inizi con la stesura. L’intitolerai... vediamo... “L’epitopo in biochimica applicata”, sì può andare. Stampi e il gioco è fatto.

DUNQUE.

Sicuramente la ricerca che hai appena fatto fatto andrà più che bene, specialmente se sei una persona creativa, critica e non uno dei soliti lurker “scopiazzatori”. Prendi il materiale che hai accumulato e lo rendi utile, organizzandoti, per una tua argomentazione.

Ora, però, vorremmo farti alcune domande: quanto ti è piaciuto fare quello che hai appena fatto? Quanto tempo ci hai messo? Quanto sono affidabili e concrete le informazioni che hai appena raccolto?

Immagina di avere una piattaforma con delle features create ad-hoc per fare questo tipo di ricerche, per incrementare la tua cultura, per migliorare la navigazione tra gli ostici contenuti tecnico-scientifici e, perché no, anche quelli umanistico-letterari.

Dacci altri 30 secondi, immaginiamocelo tutti insieme:


Un mattino ti svegli e ti parte il promemoria dallo smartphone: “Fare ricerca – L’epitopo in biochimica applicata”. A questo punto, ovviamente dopo i 2-3 biscottini e il caffelatte, accendi il calcolatore ed effettui il login su www.keenact.com. Rispondi agli ultimi messaggi e vai, puoi iniziare con la tua ricerca. Entri nel gruppo di studio “CORSO BA2 – Ricerca epitopo”, che hai creato con i tuoi 3-4 compagni di Università e il professore. Dalle notifiche ti accorgi che il professore vi ha caricato nella libreria di gruppo gli articoli, le diapositive e vari spunti di riflessione sull’argomento: immunochimica e l’antigene epitopo, saggi di vari autori su precisi campi di applicazione e un excursus teorico sulle ricerche in proposito. Un click per ogni file e li aggiungi alla tua libreria personale (che non fa mai male avere documenti ufficiali a portata di mano). Il materiale è disponibile, non devi fare altro che iniziare a far girare le rotelle. Va bene, chiami Federico, Lucia, Francesco e la Vale, ognuno si occupera di un’area specifica e carica in tempo reale i file aggiornati nella vostra area condivisa. Scrivete, scrivete, scrivete, ma manca il pezzo della Vale (che è in biblioteca). Poco male, intanto controlli se il Prof. è online per chiedere un feedback immediato... sì, state andando bene. Oh! Ecco una notifica “Valentina Rossi ha aggiunto un documento nella libreria di CORSO BA2”. Lo prelevi, lo inserisci nel vostro bel saggio e metti un bel titolo, ci viene in mente: “L’epitopo in biochimica applicata: trattato di ricerca applicativa moderna a confronto con le vecchie teorie.” Il professore lo cerregge e sembra andar bene. A quel punto entrate nel pannello di controllo e caricate il vostro trattato, inserisci gli autori (Federico, Lucia, Francesco, la Vale e te) e rendi utile all’intera comunità di KeenAct il vostro documento. In questo modo sai di poter diventare, strada facendo, un genius in quello che ti compete e sarai un guru per gli altri studenti in difficoltà, proprio come lo eri te fino a qualche ora fa. Chiami la Vale, le fai vedere quanti click sta raggiungendo il vostro saggio e le fai notare che vi siete beccati un bel pò di punti (iniziate a scalare già la classifica)! Fantastico... ti metti d’accordo per la serata, la saluti e spegni il calcolatore.
... e questa è fatta.